Le Colline a due passi dall’Adriatico
SAN MARINO
Itinerario che potremmo definire “internazionale” dal momento che in sessanta chilometri sale sino alla Repubblica di San Marino per tornare a Rimini dopo un paio di vivaci saliscendi.
Si esce da Rimini sulla strada dei Casetti e San Paolo (km 12, 187 mslm). Arriva presto il momento di salire: prima alcune curve a gomito e poi in saliscendi sino allo strappo del Ventoso, già nella Repubblica di San Marino.
La salita continua, impegnativa, sino alla parte più alta della Repubblica, al borgo che culmina con le tre rocche (521 mslm, km 26).
Per rientrare a Rimini si prende verso Ponte Verrucchio dove si arriva in discesa (progressivamente meno ripida) dopo dodici chilometri (km 38, mslm 116). A Ponte Verrucchio si continua a scendere per altri quattro chilometri sino a Corpolò, 65 mslm km 42.
Strappo in leggera salita verso San Paolo (km 47, 187 mslm) e poi di nuovo discesa verso Casetti e poi Rimini (km 59, sul livello del mare).
SCONFINANDO NELLE MARCHE
Un percorso su strada di media difficoltà porta a superare il confine regionale ed entrare nel territorio marchigiano sino a Pesaro. Da Cattolica si sale subito: in sei chilometri si è a Gabicce Monte (144 mslm) e poi a Fiorenzuola (km 14, 190 mslm).
La prima salita, come si sarà capito non proibitiva, è superata e si è attesi da quattordici chilometri di tendenziale discesa verso Pesaro, km 28.
Dal livello del mare si torna a salire alla volta di Santa Maria del Monte: prima di giungervi si superano i paesi di Montecchio (km 43, 60 mslm), Trebbio di Montegridolfo ed il bivio di San Rocco (indicazioni per S.M. del Monte).
Giunti alla “vetta” si è, nuovamente in territorio romagnolo, a quasi duecento metri di quota, e sono stati percorsi 56 km.
Una discesa sempre meno veloce, lunga circa quindici chilometri, attraverso il bivio per Tavullia (ancora nelle Marche), Santa Maria in Pietrafitta e San Giovanni in Marignano (km 67), riporta a Cattolica.
VERSO LA SPLENDIDA URBINO
Pedalata più che mai “culturale” perchè la “cima Coppi” di questo lungo percorso, oltre novanta chilometri con tre salite, è Urbino, secolare centro pontificio, sede universitaria e caratterizzato da una ben conservata architettura medioevale.
Da Riccione ci si scalda salendo alla volta di Morciano (km 12, 83 mslm) preparandosi al duro strappo che in quattro chilometri porta ai 385 mslm di Montefiore (km 16, 385 mslm).
Oltre Montefiore si prosegue su pendenze meno dure sino a Tavoleto (km 22, metri 426): qui parte la discesa che porta a Ca’ Gallio (km 31, 116 mslm) dove si riprende a salire.
La nuova meta è Urbino che dista quattordici chilometri e si staglia a 451 metri di quota, nel cuore dell’Appennino.
La discesa dopo la capitale del Montefeltro, inizialmente ripida, è lunga e porta in ventuno chilometri a Montecchio (km 66) da dove si risale, stavolta con meno impegno, a Tavullia (km 74, 156 mslm) per poi scendere a San Giovanni in Marignano (km 80, 15 mslm) e Riccione (km 92, 0 mslm).
DURI STRAPPI IN VALCONCA – bdc
Una salita dai molteplici aspetti porta alla vetta dell’itinerario che da Misano Adriatico sale ai borghi medioevali dell’entroterra.
Da Misano si pedalano i primi otto chilometri pianeggianti verso San Giovanni in Marignano. La salita incomincia: prima con moderazione porta a 170 metri di quota (Santa Maria del Monte, km 15) poi su pendenze più dure sale sino a Saludecio (km 20 ,343 mslm) e Mondaino (km 22, 400 mslm). Dopo Mondaino è concesso un po’ di relax in quanto la strada propone un tratto di otto chilometri privo di pendenze continue fino a Tavoleto, km 30 426 mslm. Da Tavoleto parte lo strappo più duro: anticipati dai tre chilometri che portano a San Giovanni (km 33 – 433 mslm), i successivi tre chilometri che salgono sino a Monte Osteriaccia (km 36, 631 mslm) sono davvero duri (fondo stradale non perfetto).
E’ il momento di scendere, prima quasi impercettibilmente verso Monte Altavellio (km 40, 596 mslm) poi con decisione a Fratte (km 42, 220 mslm). Da questo punto in poi l’itinerario propone un tratto in pianura sino a Santa Maria del Piano (km 48) ed una discesa (non vertiginosa) sino a Misano (km 68).
MONTESCUDO
Percorso dal duplice aspetto: tutto facile tranne i sei chilometri di dura salita che anticipano il sollievo della discesa finale. Si parte da Ospedaletto, sette chilometri nell’entroterra riminese, ed appena fuori dal paese procedendo verso Montescudo si cerca un accesso al fiume Marano: sulla destra, facilmente visibile sterrato e in direzione dell’argine.
Il fiume è infatti costeggiato da una stretta, ma agevole, pista che talvolta porta a guadare il Marano, operazione comunque non difficile.
Appena superati i confini del Parco Fluviale del Marano si trova una piattaforma di cemento che consente il passaggio agli autoveicoli e che conduce allo sterrato per Vallecchio (132 mslm), dove la strada diventa nuovamente percorribile anche alle auto.
Senza dislivelli significativi sono stati percorsi circa sei chilometri: è il momento di raccogliere le energie per la salita, non lunga ma erta, che porta a Montescudo (400 mslm).
Il sentiero si imbocca sulla destra nei pressi di una comunità terapeutica, all’altezza di uno steccato dei cavalli. Durissimo all’inizio, successivamente si fa più dolce entrando in Montescudo dove, imboccata la provinciale, si può iniziare il rientro ad Ospedaletto (km 20).
ITINERARIO VIVACE
Si parte dalla Superstrada per San Marino, all’incrocio di Falciano. Dopo qualche metro su asfalto si devia a sinistra in via Ca’ Valentino e poi in Via Pelengariari dove la strada bianca sale sino alla strada comunale (cento metri di dislivello non difficile).
Si svolta a destra proseguendo su un crinale per circa un chilometro fino a giungere alla chiesa di Cerasolo. Davanti alla chiesa parte una strada in discesa che, presto sterrata, conduce a due bivi dove tenere sempre la sinistra.
Si entra così, dopo una breve salita che colma centocinquanta metri di dislivello, a Mulazzano e lungo via Biancospino si accede ad una rapida e divertente discesa tra i campi che, dopo un tratto molto ghiaioso, arriva sino alla chiesa di Vecciano, 96 mslm.
Dopo la chiesa si arriva ad una strada asfaltata dove svoltare a sinistra lungo una strada comunale che presto incrocia con via Palombara. Imboccata questa via si sale per un sentiero che porta alla strada comunale Mulazzano-Ospedaletto (183 mslm): girando a destra lungo una veloce discesa in asfalto si entra in Ospedaletto da cui si ritorna al punto di partenza percorrendo la strada asfaltata.
MONTEBELLO
Questo itinerario, con base a Ponte Verrucchio (96 mslm), può considerarsi una variante del precedente: arrivati alla piccola diga che interrompe il lungofiume si prende a destra uno stradello che conduce ad una sbarra.
Oltre questa ci si immette su una strada in salita che, bianca ma carrozzabile, si imbocca verso destra.
Questa strada si abbandona dopo circa un chilometro, nei pressi di un casolare disabitato. Sulla sinistra infatti scende un sentiero che passa sotto la chiesa di Madonna di Saiano (208 mslm).
Segue una dura salita, lunga circa 1.5 km, che porta a Montebello (436 mslm) dove si prosegue ancora, superando un bivio che imboccato verso sinistra conduce ad un tratto di vivace saliscendi panoramico.
Al bivio delle case abbandonate di Rontagnano si gira a destra continuando dunque sul sentiero e voltando a destra anche al bivio successivo. Si entra in Uffogliano (400 mslm) e si può proseguire su asfalto sino a rientrare alla partenza (96 mslm), passando per il ponte di Santa Maria Maddalena o tornare per la strada dell’andata.
La lunghezza complessiva del percorso è di ventitrè chilometri.